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BookSprint Edizioni Blog

15 Ott
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Intervista all'autore - Nicola Feruglio

1. Parliamo un po’ di Lei, dove è nato e cresciuto?

Sono nato nel 1972 a Como, città nella quale ho vissuto gli anni della mia prima infanzia, immerso in quell'incantesimo naturalistico nel quale "natura" e "civiltà" sembrano ancora intrattenute, in un seppur debole dialogo. Ho però realizzato in mio percorso scolastico in Friuli Venezia Giulia, in seguito al trasferimento della mia famiglia a Monfalcone; mi sono diplomato all'Istituto Statale d'Arte Max Fabiani di Gorizia (sezione pittura), poi per due anni ho frequentato l'Accademia di Belle Arti di Venezia e, in seguito, ho studiato psicologia all'Università di Trieste.

Ma per via di un irrisolvibile insoddisfazione riguardo la cultura canonica, alla fine degli anni novanta, ho abbandonato gli studi universitari abbracciando entusiasticamente lo studio della Gnôsis; sono così entrato nel movimento gnostico internazionale, sorto dall'opera letteraria dell'antropologo autodidatta Samael Aun Weor, ho concorso alla fondazione in Italia dell'associazione A.g.e.a.c., intraprendendo l'attività di divulgatore gnostico nelle città di Roma, Milano e Torino, e una campagna editoriale delle opere di Samael Aun Weor. Nel 2008 ho fondato a Roma l'associazione Antropologia Terzo Millennio (A.T.M.) associazione impegnata nella promozione del sincretismo gnostico, dell'energetismo filosofico e dell'Arte regia, attiva nelle più importanti capitali europee e dal 2015 anche a Buenos Aires, capitale argentina nella quale A.T.M. ha fondato una filiale.



2. Che libro consiglierebbe di leggere ad un adolescente?

Tenendo conto che, l'adolescenza è quella fase critica di sviluppo psicologico/emozionale nel quale prepotentemente si palesa da un lato l'energia libidica e dall'altro l'esigenza relazionale, gli consiglierei senza ombra di dubbio di leggere il “Simposio” di Platone, dialogo filosofico a sei voci caratterizzato dal riuscito tentativo di fondere Eros e Logos, energia libidica e ragionamento logico, sensazione corporea e puro pensiero; un’opera letteraria che io definisco "energetistica", perché in grado di orientare il lettore verso la sublimazione creativa della propria energia pulsionale.



3. Cosa pensa della progressiva perdita del libro cartaceo a favore dell’ e-book?

Anzitutto credo che l'ipotesi (da più parti sostenuta) riguardo la prossima e definitiva supremazia dell'e-book rispetto al libro cartaceo, non si verificherà mai. Ritengo invece che il libro cartaceo e il libro digitale s’integreranno sempre di più, sia economicamente che culturalmente. Credo che reciprocamente l'uno stimolerà l'acquisto dell'altro; il libro digitale è una straordinaria opportunità per ampliare la diffusione di un messaggio, ma nel contempo il libro cartaceo che il lettore sceglie per se o per qualcun altro, che viene poi deposto nello scaffale come una sorta di kylix greca, che per essere scrutato va poi tenuto tra le mani come una pietra preziosa e sfogliato delicatamente come si fa con i ricordi o con i pensieri futuri, è sempre stata e sempre rimarrà un’insostituibile esperienza archetipale. Detto tutto ciò, mi chiedo come avrebbe risposto a questa domanda lo scrittore argentino Borges, il geniale narratore delle infinite e labirintiche biblioteche e dei libri di sabbia che non si possono mai riaprire alla stessa pagina...



4. La scrittura è un colpo di fulmine o un amore ponderato?

Sono cresciuto in una famiglia di collezionisti di musica e amanti della letteratura, di conseguenza l'ascolto della grande musica, la lettura e la scrittura, sono divenute per me naturali attività da approfondire; posso affermare che la scrittura è sempre stata presente nel mia vita, fin da piccolo sentii l'irrefrenabile impulso a trascriverei miei sogni; sogni che poi catalogavo e che assunsero in me sempre di più il ruolo di "autorevole voce narrante" che ogni notte rimescolava i miei vissuti e intesseva una narrazione atemporale della mia vita, nella quale ogni persona, evento e oggetto reale, venivano tran svalorizzati in termini simbolici. Poi, quando divenni divulgatore gnostico nel 1997, inizia una costante raccolta di appunti per le mie conferenze e seminari così iniziai a scrivere dei saggi, il primo dei quali fu "La Rinascita dell'Archetipo del Creatore" che presentai al termine del Corso per Missionari Gnostici Internazionali, tenutosi a Caldes de Malavella in Spagna nel 1997. Fu così che la scrittura divenne per me strumento di elaborazione e diffusione dell'opera antropologica di Samael Aun Weor.



5. Cosa l’ha spinta a scrivere questo libro?

Ho scritto questo saggio per via di un'"esigenza morale", relativa al fatto che la sorte mi ha concesso fin da giovane di approfondire la Gnoseologia contemporanea di Samael Aun Weor, viaggiare in terre meravigliose, di conoscere persone straordinarie e di vivere esperienze formative tali, che era per me impossibile non testimoniare la mia gratitudine per tutto ciò, anche attraverso la scrittura. Ecco, la motivazione profonda che mi ha spinto a scrivere il saggio "L'Energetismo segreto della vita" è rappresentata dalla bellissima parola greca "eycharistos", gratitudine!



6. Quale messaggio vuole inviare al lettore?

Il messaggio che voglio inviare al lettore è un'esortazione ad approfondire l'Energetismo, quell'atteggiamento filosofico (tanto antico quanto moderno) che legittima e riconosce "l'energia" (e non la materia) come principio del mondo. Quell'Energetismo che è alla base di fenomeni culturali come il platonismo, lo gnosticismo, l'alchimia e la fisica quantistica. L'uomo contemporaneo ha l'urgente necessità di una "nuova antropologia" che superi sia le impostazioni culturali materialistiche sia quelle spiritualistiche, un'antropologia che affronti la "vita" come un fenomeno energetistico inesauribile e multidimensionale, attraversato dai flussi e dai riflussi delle sue incessanti cristallizzazioni e sublimazioni. A partire dai "numeri" di Pitagora, passando per le "Monadi" di Leibniz, fino a giungere ai "quanti" della fisica novecentesca, la priorità all'ordine del giorno è sempre la stessa, "energia".



7. La scrittura era un sogno nel cassetto già da piccolo o ne ha preso coscienza pian piano nel corso della sua vita?

Credo che scrivere sia un'intima necessità ontologica di ogni uomo e di ogni donna; come ho affermato pocanzi il "rito della scrittura" mi ha sempre accompagnato, sia essa la trascrizione dei sogni, la scrittura di un diario o l'elaborazione di un appunto per un progetto; ho sempre provato una particolare soddisfazione psicologica nel trasformare "l'impressione di vivere" in forme narrative e in parole intelligibili. Quando si scrive ci si "sdoppia psichicamente" si diviene "altro da sé", ci s'immerge empaticamente nel potenziale lettore e inevitabilmente ci si confronta simultaneamente con la parte più oscura e con la parte più lucente di sé.



8. C’è un episodio legato alla nascita o alla scrittura del libro che ricorda con piacere?

Ci sono due episodi che meritano d'essere menzionati, il primo che ho descritto nell'introduzione del saggio, riguarda il rincontro dopo vent'anni con il mio mentore Gigi Ronchetti, che per primo mi orientò verso la ricerca filosofica, rincontro avvenuto a Como nel novembre 2014 e documentato da un'illuminante intervista. Il secondo episodio è, in realtà, una serie di episodi che riguardano l'empatica complicità generatasi con mia moglie Annarita, la cui intelligenza e temperanza, sono state per me, durante tutta la stesura del testo una constante fonte di confronto e ispirazione.



9. Ha mai pensato, durante la stesura del libro, di non portarlo a termine?

No, in questo sono stato abbastanza “schopenhaueriano”, e non alludo al criticabilissimo pessimismo del filosofo tedesco, ma alla sua convinzione riguardo l’indiscusso “primato della volontà” rispetto alla natura e al divenire delle cose. Per cui, avendo ripetutamente e minuziosamente immaginato il saggio sull’energetismo in ogni sua parte, mentalmente mentre lo componevo, era come se fosse stato già pubblicato e distribuito.



10. Il suo autore del passato preferito?

Vi sono molti autori del passato che amo leggere: Empedocle, Platone, Giordano Bruno, Leibniz; ma se dovessi sceglierne uno, sceglierei Publio Virgilio Marone, l'autore dell'Eneide, l'opera letteraria che narra il viaggio dell'eroe troiano Enea, da Troia in fiamme fino alle coste laziali, dedito a compiere l'ardua missione antropologica di portare in Italia i culti misterici degli dei Penati. Amo immergermi nella scrittura di Virgilio, per contemplare quell'arcaismo psichico e quel panpsichismo che ispirò il mondo antico, nel quale ogni fenomeno tellurico, astrale, animale, vegetale e umano era percepito e interpretato dagli uomini come una ierofania.



11. Cosa ne pensa della nuova frontiera rappresentata dall’audiolibro?

Romanticamente mi piace pensare che, l’audiolibro, possa in qualche maniera concorrere a riabilitare nella memoria collettiva l’incantesimo della “tradizione orale”, cioè quel fenomeno antropologico che prevedeva la trasmissione di un patrimonio culturale senza l’uso della scrittura, nel quale la parola era ancora uno strumento saturo di implicazioni magiche, mantiche e anzitutto etiche. Mi piace pensare che, il poter “ascoltare un libro”, ci riavvicini alle tradizioni omeriche, ai miti e alle cosmogonie che per secoli sono state tramandate solo oralmente. Del resto poter assaporare i corpi sonori delle parole e dei ragionamenti, che rimbalzano nella nostra mente, percependo il ritmo della scrittura, è potenzialmente un’esperienza formativa e illuminante.


 

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Giovedì, 15 Ottobre 2015 | di @BookSprint Edizioni

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